BREVE ETIMOLOGIA

 

COS'E' IL KUNG-FU.

 

Il termine kung fu rappresenta il nome con cui sono maggiormente note in occidente le arti marziali tradizionali cinesi. Non è affatto semplice tradurre fedelmente una lingua ideogrammatica, come quella cinese, in una sillabica, come quelle occidentali. Non solo, tale differenza linguistica fornisce l'indicazione di una più sostanziale differenza culturale. Posta questa doverosa premessa, ci si può azzardare a tradurre la parola kung fu con "esercizio eseguito con abilità", oppure come "divenire abile con l'esercizio"; ma per un cinese kung fu può significare semplicemente tempo da impiegare in qualche attività. Parlando di kung fu si intende quindi, in senso esteso, la capacità di eseguire un compito o un lavoro grazie all'abilità acquisita nel tempo con un duro addestramento.

 

Non è ben chiaro il processo storico attraverso il quale si è giunti a usare precipuamente questo termine per definire le arti marziali cinesi, ma probabilmente l'origine va cercata nel sud della Cina, mentre un'influenza determinante è stata data dai produttori cinematografici di Hong Kong, col loro catalogare i film di arti marziali come "cinema kung fu". In realtà, da secoli in Cina si sono usati diversi termini generici per definire le arti di combattimento, tra i quali i più importanti sono:

 

1)      Chung Kuo ch'üan (pugilato cinese)

 

2)      Ch'üan fa (metodo di pugilato)

 

3)      Ch'üan shu (arte del pugilato)

 

4)      Wu shu (arte marziale)

 

5)      Wu i (abilità marziale)

 

Nel 1912, inoltre, la Repubblica Cinese, da poco costituita, rese ufficiale il termine kuo shu (arte nazionale), ancora oggi usato soprattutto a Taiwan. D'altro canto, nella Cina Popolare, a partire dall'avvento del comunismo, quando si parla di wu shu si intende spesso il wu shu moderno, una disciplina sportiva che pone enfasi sull'estetica del movimento e sulla prestazione ginnica, più che sull'aspetto marziale.

 

A livello popolare, i termini wu shu e wu i sono considerati più dotti e accademici, mentre, d’altra parte, nel linguaggio comune capita di indicare la pratica del kung fu con ta ch'üan, che letteralmente significa “colpi di pugilato”, ma in senso esteso indica appunto l’allenamento delle arti marziali.

 

Il kung fu è primariamente un modo di combattere di origine cinese; per millenni, e nelle più svariate condizioni storiche e sociali, i cinesi l'hanno utilizzato per lottare, conquistare e difendersi, non di rado anche a scapito delta vita. Un'arte marziale che sia veramente tale deve fornire i mezzi per vincere in uno scontro, di qualunque tipo esso sia. E per millenni gli stessi cinesi hanno cercato il modo più efficace di pervenire a questo risultato. L'abilità degli antichi praticanti è divenuta giustamente leggendaria, a nella maggior parte dei casi il livello attuale è ben lontano da essa. Ciò non toglie che ancora oggi i vari stili tradizionali di kung fu rappresentino un metodo di combattimento di notevole efficacia. Efficacia che, tuttavia, si rivela alto studente solo dopo un periodo piuttosto lungo, variabile a seconda delle attitudini individuali, di pratica assidua.

 

Le tecniche di combattimento, infatti, devono essere praticate ripetutamente per innumerevoli volte, finché non entrino a far parte delle reazioni inconsce e istintive dell'allievo; solo allora non ci sarà più spazio tra l'attacco dell’avversario e la propria, precisa, reazione, perché non ci sarà bisogno di ricorrere ai lenti processi della mente razionale per pensare al da farsi. Tutto accadrà spontaneamente e il tempo e lo spazio muteranno di significato, al servizio dell'ineluttabile vittoria del guerriero kung fu. Infine l'uomo diventerà il kung fu. Ecco perché si dedica molto tempo all'allenamento quasi ossessivo delle forme e delle tecniche di base, create secondo il principio della massima utilità. Al principiante occidentale può sembrare di perdere del tempo in posizioni assurde, soprattutto se confrontate con sport da combattimento più recenti; sono solo, in realtà, chiavi di  accesso a una realtà più profonda. Per costruire un castello, si dice nel kung fu, ci vuole molto tempo a lavoro, ma sarà poi assai difficile da abbattere, mentre per costruire una casa ci vuole meno tempo, ma essa crollerà molto più facilmente. 

 

Le arti marziali cinesi sono state nei secoli codificate seguendo le leggi delta natura, della fisica, secondo una precisa conoscenza del corpo e dello spirito umani. Questo ci porta a considerare un secondo aspetto delta pratica del kung fu, quello salutare. Sarebbe oltremodo stolto divenire bravissimi nell'evitare di essere danneggiati da un avversario per poi autodanneggiarsi con una pratica scorretta.

 

Considerazioni come queste portarono probabilmente il grande, mai dimenticato maestro Chang Dsu Yao ad asserire che il kung fu è per un 30% autodifesa a per un 70% salute.

 

Allenare il kung fu, in accordo con i principi dell'antichissima medicina cinese, che sempre più vengono confermati dalle scienze moderne, è anche un ottimo modo per mantenersi in ottima salute psicofisica; parallelamente a tutti quei vantaggi che può dare qualsiasi disciplina sportiva (condizionamento cardiorespiratorio, eliminazione delle tossine, riequilibrio ormonale, vantaggi per l'apparato muscolo-scheletrico, miglioramento della coordinazione, eccetera), l'accento è posto sulla cura per gli aspetti respiratori ed energetici. La sensazione di benessere che si prova dopo un corretto allenamento di kung fu tende a stabilizzarsi, a lungo andare, nella vita quotidiana.

 

Col tempo la già citata, continua commistione tra strategia del combattimento, scienza, filosofia e religione ha comportato in molti casi un trascendere il rudimentale scopo della predominanza nello scontro fisico, per puntare a un fine superiore: fu così che molte scuole di kung fu fecero proprio l'ideale delta formazione di un individuo completo, in armonia con se stesso e con l'ambiente, in grado di vivere al massimo delle potenzialità umane. Così il kung fu è divenuto, in Cina, anche un prezioso strumento di educazione e di crescita personale. Il primo dovere di un shih fu, specialmente nei confronti degli allievi più giovani, dovrebbe essere proprio fornire un'educazione che aiuti a crescere persone complete e migliori.

In Cina, infatti, non era desueto che le famiglie affidassero, a tale scopo, un figlio a un maestro di kung fu. Così, per riassumere, prima di divenire un vero shih fu, dovrete avere acquisito conoscenze accurate in vari campi dell'umano sapere: dalla medicina alla psicologia, alla pedagogia; ma anche la fisica, la chimica (ciò che un tempo si chiamava alchimia) e le scienze naturali, senza trascurare le belle arti e la letteratura, essenziali per un reale arricchimento e un’evoluzione dello spirito umano: molti maestri sono stati ottimi calligrafi, pittori, poeti o musicisti. Tradizionalmente, l'ideale confuciano voleva il guerriero esperto sia di arti militari (wu) che di letteratura (wen). Ciò non significa, comunque, che la storia del kung fu sia stata costellata solo di grandi eruditi: non era tanto il livello di cultura raggiunto, quanto la disposizione, la qualità dell’animo.

 

Oggi,un po’ in tutto il mondo, giovani e meno giovani, donne e uomini si accostano al kung fu per svariate ragioni. Spesso la motivazione può essere un’insicurezza più o meno profonda, che non deve costituire fonte di vergogna, giacché si tratta di un ruolo che il kung fu ha svolto praticamente da sempre, sia nel suo aspetto fisico che in quello psichico o spirituale.